Come Cancellare Protesti in Camera di Commercio

Quando il debitore non paga le cambiali, un assegno, una rata del finanziamento o del mutuo alla data di scadenza prestabilita, viene sottoposto alla procedura di protesto. Il protesto è un atto pubblico con cui i dati di aziende e privati inadempienti vengono segnati sul Registro Informatico Protesti.

Il Registro viene gestito dalle Camere di Commercio presenti sul territorio e coinvolge il creditore che fa istanza al notaio, la Camera di Commercio che acquisisce la notizia e gli eventuali creditori successivi che vengono a conoscenza della notizia.

Quando un imprenditore o un privato viene protestato si verificano una serie di problemi a catena come l’impossibilità a ricevere credito dalle banche, l’inaccessibilità a mutui e finanziamenti e la perdita di credibilità agli occhi di fornitori e clienti. Per questo è importante evitare di finire nell’elenco dei cattivi pagatori, procedendo rapidamente alla cancellazione del protesto presso il Registro dei Protesti.

 

Come funziona il Registro dei Protesti

Il procedimento che attiva il protesto ha inizio con la levata di protesto, chiesta dal creditore o dalla banca quando il debitore non ha pagato il suo debito alla scadenza indicata sul titolo. Il procedimento giuridico di recupero del credito ha inizio con un’ingiunzione di pagamento e termina, se non vi è adempimento, con il pignoramento dei beni del debitore.

Ma prima di parlare della procedura, è necessario fare un chiarimento: il protesto si verifica quando non si paga una cambiale, un assegno o anche quando il debitore non riesce a pagare la rata del finanziamento o del mutuo. In questi ultimi due casi la banca stabilisce se mettere prima in mora il debitore e poi procedere giudizialmente o se attivare immediatamente l’iscrizione al CRIF, con tutte le conseguenze del caso.

Questi casi si differenziano dal protesto bancario che si verifica:

  • nel caso in cui si emette un assegno senza copertura
  • quando si paga con un assegno non autorizzato o con assegno emesso con data successiva all’estinzione del suo conto corrente, o quando viene sottoscritto con firma revocata o apocrifa
  • quando l’assegno presenta firma, cifre o dati contraffatti. In questo caso si parla di assegno irregolare e dunque non presentabile.

Il primo passo da fare per il creditore è di richiamare ufficialmente il debitore intimandogli di saldare la rata o di coprire l’assegno che risulta scoperto. Quando il richiamo non è sufficiente, il creditore iscrive il debitore persona fisica o la società di cui è amministratore nel Registro dei Protestati, come forma di pubblicità dell’inadempimento. Ciononostante, dopo 5 anni dall’avvenuta pubblicazione e anche se il debitore non ha pagato, si verifica la cancellazione automatica. Il debitore, cioè, viene riabilitato senza necessità di alcuna procedura, pur restando legittima la eventuale pretesa del creditore di essere soddisfatto del suo credito.

 

Cosa succede al debitore protestato

Quando un soggetto, persona fisica o giuridica, viene protestato, subisce alcune conseguenze che segnano il suo percorso. Il primo effetto è la difficoltà a reperire credito presso le banche e gli istituti di credito. Le banche, infatti, si rifiutano di collaborare con un cliente protestato, sia in caso di richiesta di finanziamento che per qualsiasi altra forma di collaborazione. Se si tratta di un imprenditore che partecipa ad appalti pubblici, l’iscrizione nel Registro Protesti può rappresentare una causa di esclusione alla procedura di gara, oltre ai costi legali che bisogna affrontare per difendersi dalla procedura di pignoramento.

Nei casi più complessi, il protestato che svolge un’attività commerciale può avere problemi a relazionarsi con i suoi fornitori che temeranno di concedergli forniture e di instaurare partnership.

 

Come cancellare i protesti in camera di Commercio

Il procedimento di cancellazione di un protesto si snoda in diverse fasi, ma quello più semplice è la cancellazione della cambiale protestata e pagate entro i 12 mesi. In tale ipotesi il debitore deve far firmare al creditore soddisfatto una liberatoria nella quale questi dichiara di essere stato soddisfatto entro i 12 mesi dalla levata di protesto, specifica la data, la modalità di pagamento e allega il bonifico e i propri documenti di identità. Con questa liberatoria, unitamente ad alcuni modelli forniti dalla Camera di Commercio, il debitore presenta l’istanza di cancellazione protesti, ottenendo la cancellazione entro 20 giorni. In via esemplificativa, elenchiamo i documenti da allegare alla pratica di cancellazione:

 

  • titolo di credito in originale
  • liberatoria del creditore
  • copia dei documenti di identità di creditore e debitore
  • levata di protesto
  • bollettini pagati
  • modelli compilati.

 

Cancellazione protesto in caso di pagamento oltre i 12 mesi

La procedura di cancellazione del protesto diventa più complessa quando il debitore paga il suo debito oltre i 12 mesi dall’iscrizione del Registro Protesti. In questo caso occorrerà inoltrare istanza di cancellazione al Presidente del Tribunale competente per territorio.

Se l’istanza di cancellazione ha ad oggetto un assegno, vi è un’ulteriore complicazione. Infatti, anche quando il debitore adempie entro i 60 giorni dal protesto, il suo nome nel registro permane per l’intero anno. Ciononostante, anche in tale ipotesi egli dovrà presentare un’istanza al Tribunale territorialmente competente chiedendo un decreto di riabilitazione. Attenzione, però, ai termini per la presentazione della richiesta: la legge, infatti, richiede il decorso di un anno dall’iscrizione nel Registro Informatico dei Protesti.

Solo quando il Tribunale si è pronunciato emettendo il decreto di riabilitazione, il debitore riabilitato potrà presentare la domanda di cancellazione agli uffici della Camera di Commercio.

Nei casi di particolare complessità, può accadere che il debitore si trovi a subire diversi protesti, sia di cambiali che di assegni da parte di più fornitori. Per questo è importante richiedere una Visura Protesti per prendere consapevolezza della propria situazione.

Su Aziende.it è possibile richiedere una Visura Protesti che riporte, in ordine cronologico, tutti i titoli protestati in base al Codice Fiscale, se persona fisica, o alla Partita Iva, se si tratta di una società. In questo modo il debitore procede preliminarmente alla cancellazione dei protesti relativi a cambiali pagate entro l'anno, poi a quelle pagate oltre i 12 mesi per poi passare alla cancellazione dei protesti di eventuali assegni e alla domanda di riabilitazione.

Può succedere a tutti di vivere un periodo di difficoltà e non riuscire a rispettare i propri impegni, contraendo debiti che non si è in grado di rispettare. Ciononostante, l’ordinamento italiano mette a disposizione il procedimento di riabilitazione, rimettendo in piedi il debitore in crisi. La situazione si complica quando lo stesso soggetto si ritrova protestato per la seconda volta, dal momento che in caso di recidiva il Tribunale difficilmente emetterà un nuovo decreto riabilitativo.

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