Codice Destinatario per Fattura Elettronica

Il codice destinatario per fattura elettronica è indispensabile per permettere al SdI (sistema di interscambio dell'Agenzia delle Entrate) di portare a buon fine la trasmissione dei files in modo rapido e semplice. Questo parametro, assimilabile a un recapito telematico, è una valida alternativa ad altri canali di ricezione quali PEC (posta elettronica certificata) e codice di fatturazione per persona fisica (0000000), il cui utilizzo è circoscritto a una casistica limitata.

A trarne vantaggio sono soprattutto i grandi stores, gli e-commerce, le piattaforme multi-marca, le medie e grandi imprese. I volumi di fatturazione di tali attività, infatti, non permettono l'elaborazione di ricevute manuali né l'impiego di sistemi da impostare volta per volta. Tutto ciò comporta una riduzione dei tempi, la destinazione delle proprie risorse a mansioni non automatizzabili e un cospicuo risparmio di denaro.

Anche le Pubbliche Amministrazioni hanno ottenuto benefici dall'uso dell'identificativo alfanumerico, in questo caso chiamato codice univoco. Nei paragrafi che seguono noi di Aziende.it abbiamo fatto il punto della situazione sull'argomento.

 

Codice destinatario per fattura elettronica, che cos'è e chi lo utilizza

L'identificativo, noto anche come codice SdI o di fatturazione, è una combinazione di 7 lettere e-o numeri che serve per ricevere le fatture in modo corretto. Se il destinatario è un'azienda iscritta alla Camera di Commercio il codice consente l'individuazione inequivocabile del destinatario, grazie all'associazione del soggetto con la partita IVA. La sequenza alfanumerica da sola, infatti, non basta a riconoscere il ricevente, in quanto è relativa alla società prescelta per l'emissione delle fatture.

Sono tenuti a utilizzare il codice molti tipi di imprese, nelle transazioni B2B (business to business, ossia tra aziende) come in quelle B2C (business to consumer, vale a dire tra azienda e privato). Ecco quali sono:

  • società di capitali (S.p.A., S.a.p.a., S.r.l., S.r.l.s., S.r.l.c.r.)
  • società di persone (S.n.c., S.s., S.a.s.)
  • liberi professionisti.

La verifica dell'assetto societario è fattibile grazie alla documentazione disponibile presso la CCIAA o previa consultazione di banche dati abilitate all'accesso delle informazioni camerali, come Aziende.it.

Coloro che non sono vincolati all'obbligo di fatturazione non devono comunicare alcun codice destinatario. Nella categoria rientrano le piccole attività agricole, quelle in regime forfettario (con imposta al 15%) e di vantaggio (con aliquota al 5%, richiedibile fino al 2015 e di durata superiore ai 5 anni per gli under 35).

 

Come ottenere il codice SdI

L'erogazione del codice di fatturazione può avvenire tramite l'impiego di un software ad hoc (opzione consigliata) oppure mediante l'uso di piattaforme autorizzate. Dovrà essere cura dell'utente reperire il numero contattando la software house o il portale di riferimento, registrarlo nel profilo privato sul sito web dell'Agenzia delle Entrate e comunicarlo tempestivamente ai fornitori.

Dal momento che la formulazione delle sequenze alfanumeriche è di competenza del sistema di interscambio dell'AdE, una soluzione alternativa è quella di inoltrare la richiesta alla stessa Agenzia delle Entrate. Tale scelta presenta alcuni inconvenienti, tra cui un aumento dei tempi di attesa e dei costi.

Nel caso in cui, invece, l'utente abbia soltanto dimenticato la combinazione, può fare il login con le proprie credenziali (SPID, Entratel-Fisconline o CNS) e andare su Fatture e Corrispettivi. Dopodiché basta generare un file senza inviarlo: se il codice è stato registrato sarà presente anche sul documento.

 

Codice di fatturazione per professionisti e privati al di fuori dell'Italia

Se il destinatario è un'impresa, un libero professionista o un privato cittadino residente oltre i confini nazionali, il codice SdI è XXXXXXX (7 volte X). In questo caso occorre inviare non solo la fattura digitale, ma anche il file in formato PDF. Quanto appena affermato vale per soggetti con residenza fiscale o sede legale ubicata sia all'interno sia al di fuori dell'area Schengen.

 

Codice SdI, come funziona nella fatturazione elettronica

Come già anticipato, questo parametro è paragonabile a un indirizzo (o, più in generale, a un canale di recapito) grazie al quale è possibile trasmettere fatture, notule di credito e di debito, auto-fatture. Arrivano tutte in formato XML sul software o nel cassetto fiscale e possono contenere allegati fino a un limite predefinito.

Il sistema di interscambio permette l'invio e la ricezione dei files tra mittente e destinatario con la mediazione dell'AdE, nonché l'elaborazione di un codice identificativo per ciascuna pratica (hash). Tuttavia, il SdI non può fare verifiche sugli esiti (trasmissione andata a buon fine o meno) né procedere all'archiviazione dei documenti, operazioni normalmente svolte dai programmi gestionali con funzionalità di fatturazione.

 

Un caso particolare: il codice univoco

Pubbliche Amministrazioni, enti di previdenza, agenzie fiscali e Ministeri hanno l'obbligo di rendere accessibile il loro codice univoco (CUU, codice univoco ufficio o codice IPA) ai propri fornitori. In questo caso la sequenza è composta da 6 caratteri (numeri e lettere) e ha funzioni analoghe a quelle previste dal codice SdI.

Vale la pena ricordare che a un'organizzazione possono corrispondere più combinazioni alfanumeriche. Ad esempio, un ufficio camerale può avere 2 o più numeri di riferimento a seconda della causale da inserire in fattura. Viceversa, più sedi potrebbero condividere lo stesso CUU. Per trovare il codice giusto basta consultare i websites delle PA di proprio interesse o effettuare una ricerca sulla piattaforma dell'AgID.

 

Codice destinatario e codice univoco, cosa succede se risulta errato

Nel caso in cui siano ravvisabili errori nella combinazione alfanumerica, la fattura non giunge al destinatario. Pertanto occorre verificare lo stato del file e comunicare tempestivamente il codice corretto ai propri fornitori, onde evitare sanzioni e anomalie nella rendicontazione.

Il ricevente potrà comunque accedere al documento tramite il cassetto fiscale o dalla sezione Fatture e Corrispettivi dell'AdE, a patto che il mittente abbia inserito la partita IVA giusta (in alternativa il codice fiscale). Per controllare l'esattezza di quest'ultima basta utilizzare il servizio controllo partita iva

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